Devar Torà / Il periodo tra i due digiuni

Parole di Torah

di Ufficio Rabbinico di Milano

16 Luglio 2011 – 14 Tammùz 5771

Devar Torà

Il nome dell’uomo d’Israele che era stato ucciso… era Zimrì figlio di Salu’… ” (Bemidbàr 25, 14). I Maestri ci insegnano che, il Santo Benedetto Egli Sia, così come si occupa di lodare i giusti e di rendere noto al mondo il loro nome, si occupa altresì di rendere noto il nome dei malvagi e le loro azioni. Così, per ciò che riguarda Pinechàs, il suo nome viene menzionato in elogio, mentre Zimrì è ricordato con disonore. E ciò è detto (Proverbi 10, 7): “La memoria dell’uomo giusto è benedetta, mentre il nome degli empi scompare con loro”.

Halakhà

Nelle 3 settimane che intercorrono tra il 17 di Tamuz e il 9 di Av, si usa mettere in pratica alcuni atti propri della condizione del lutto, questo a causa delle sventure che hanno colpito il popolo ebraico in questo periodo. In questo periodo  si usa evitare, per quanto possibile di recitare la benedizione di Sheheyànu – che ci ha mantenuto in vita- (che si dice per qualcosa di nuovo). Perciò non si acquistano né si indossano vestiti nuovi, poiché in quel caso si dovrebbe recitare la formula. In occasione di un Pidiòn ha ben – riscatto di un primogenito- si recita la benedizione, questo per non rimandare il compimento della mitzwà. Per un frutto, ci si può mostrare più indulgenti, e recitare la benedizione se è Shabbàth o, talora, anche nel corso della settimana, nel caso in cui dopo il 9 di Av non fosse possibile reperire quel genere di frutta. Durante questo periodo bisogna evitare di punire i propri allievi e figli. (Kit. Sh. Ar. cap. 122, 1-2).