di Ufficio Rabbinico
Sheminì
22 marzo 2014 – 20 adar II 5774
Devar Torà
In preparazione a Pesach questo Sabato leggeremo il brano che prescrive come si recuperava la purità dopo esposizione alla maggiore fonte di impurità, il corpo umano senza vita. La purità serviva per partecipare ai riti di Pesach e la si otteneva aspergendo l’impuro con dell’acqua in cui era disciolta la cenere di una vacca rossa (vacca è parà, da cui il nome di questo Sabato). Tutto questo sistema è estremamente difficile da comprendere o, semplicemente, incomprensibile, sia per noi che siamo lontani dai riti della purità, che per gli antichi che li praticavano. È il simbolo di quanto nella Torà sfugge alla nostra comprensione. Ma siamo sicuri di poter veramente comprendere il resto? (Rav R. Di Segni)
Halakhà
Gli uomini attraverso l’accensione dei lumi non accolgono lo Shabbat, a meno che non lo esplicitino, e pertanto, sebbene abbiano acceso i lumi, possono recitare la tefillà di minchà ed effettuare azioni proibite di Shabbat. È bene tuttavia esplicitare che attraverso l’accensione non si accoglie lo Shabbat, poiché vi sono alcune autorità che dissentono da tale principio halakhico. (Shemirat Shabbat kehilkhatàh 43,26). (Rav A. Di Porto)