Devar Torà / L’Eterno plasmò l’uomo prelevando polvere dal suolo…

di Ufficio Rabbinico

13 Ottobre 2012 – 27 Tishrì 5773

Devar Torà

L’Eterno, il Signore, plasmò l’uomo  prelevando polvere dal suolo, e soffiò nelle sue narici un alito di vita. Così l’uomo divenne un essere vivente …” (Bereshìt 2, 7). Il grande commentatore italiano Rabbì Ovadià Sforno commentando questo verso ci fa notare che il Santo Benedetto Egli Sia, nel creare l’uomo gli infonde un’anima vivificante, pronta a ricevere l’immagine di Dio, come è scritto (Giobbe 32, 8): “E il soffio dell’Onnipotente li fa intelligenti”. Tuttavia secondo Rabbì Ovadià  l’uomo fu soltanto un essere vivente, incapace di parlare fino a quando fu creato ad immagine e somiglianza di Dio.

Halakhà

Durante Rosh Chòdesh si recita l’Hallèl parziale, si aggiunge il brano di Ya’alè Veyavò nella Amidà e nella Birkàt hamazòn e si recita la Tefillà aggiuntiva di Musàf. Durante la recitazione dell’Hallèl si deve rimanere in piedi e non si devono fare interruzioni. Ci si sforzerà di recitarlo insieme al pubblico per cui, se qualcuno arriva al tempio subito prima della recitazione dell’Hallèl, lo dirà assieme ai presenti ed effettuerà la sua preghiera solo successivamente (Kitzùr Shulchàn Arùkh).

Martedì 16 e Mercoledì 17 ottobre
Rosh Chòdesh Cheshvàn