di Ufficio Rabbinico di Milano
2 Giugno 2012 – 12 Sivàn 5772
Devar Torà
“Faccia l’Eterno risplendere verso di te il Suo volto … Possa l’Eterno volgere il proprio volto verso di te … ” (Bemidbàr 6, 25-26). È scritto nello Zohar ha-Kadosh che le lettere del nome di Dio che erano incise sullo tzitz – la placca d’oro che portava il Grande Sacerdote sulla fronte, si illuminavano e brillavano, e ogni ebreo che guardava queste lettere veniva preso da senso di timore e riverenza, il suo cuore si spezzava, e grazie a questo, i suoi peccati venivano perdonati. Ecco che questi versi della Torà chiariscono ciò che è narrato nello Zohar ha-Kadosh: “Faccia l’Eterno risplendere verso di te il Suo volto …” illuminando e facendo risplendere le lettere del Suo Santo Nome, così da far pentire i peccatori così da poter poi “… volgere il proprio volto verso di te … ”.
Halakhà
È scritto: “Alzati in presenza di una persona anziana e onora la figura del saggio” (Levitico 19, 32). L’anziano di cui si tratta qui è il saggio competente nello studio della Torà, come è detto: “Radunami settanta uomini tra gli anziani di Israele” (Numeri 11, 16). Ora in questo caso è evidente che si tratta di saggezza, poiché subito dopo è scritto: “…Che tu sai essere gli anziani del popolo e le sue guardie …”. Costituisce pertanto un precetto positivo alzarsi in presenza di un noto Talmid Chakhàm – studioso di Torà, anche se non è ne anziano né uno dei nostri insegnanti. Ugualmente, si ha il dovere di alzarsi in piedi anche in presenza di una persona anziana, vale a dire un uomo che abbia almeno settant’anni, persino se è ignorante, purché non sia un malvagio. Occorre tributare rispetto nei confronti di una persona anziana non ebrea sia con il modo di parlare che offrendogli il braccio per sostenerlo (Kit. Sh. Ar. cap. 114, 2).