di Roberto Zadik
È mancato Rav Levi Hezkia, rabbino amato da tutta la Comunità ebraica di Milano per la sua preparazione e per la sua affabilità. Storico circoncisore (mohel) di Milano, coinvolgeva ragazzi e adulti nelle attività di studio e di pratica delle regole ebraiche. Chi tra coloro che ha frequentato la scuola ebraica non ricorda la sua squillante voce mentre intonava la Birhat HaMazon?
Nato in Afghanistan nel 1944, era venuto a Milano, dove era diventato un punto di riferimento per tutta la comunità.
Il saluto della sua Comunità
Lunedì 22 ottobre si sono tenuti i suoi funerali. Tutto è cominciato dalla Camera mortuaria della Residenza Anziani quando la salma di Rav Levi Hezkia è stata portata davanti alla scuola e sono cominciati i discorsi e le commemorazioni dal primo pomeriggio di lunedì 22 ottobre, due giorni dopo la scomparsa di questo grande Maestro, Rabbino e Moel. Davanti alla scuola e a un gran numero di iscritti e di autorità, come i presidenti Besso e Hasbani, vari esponenti del movimento Lubavitch a cui egli apparteneva come Shaliach del Rebbe venuto a Milano più di mezzo secolo fa, si sono tenuti una serie di importanti discorsi e poi le commemorazioni si sono spostate alla sinagoga del Noam. Questo grande personaggio è stato ricordato da varie personalità e importanti rabbini. Prima di tutti dal Rabbino Capo Rav Alfonso Arbib che ne ha rievocato i tanti“piccoli grandi gesti che era capace di compiere ogni giorno, il suo impegno costante, quotidiano e silenzioso verso la scuola e la Comunità. Nella tradizione ebraica quello che conta sono le azioni quotidiane svolte con costanza e con amore”.
Successivamente Rav Avraham Hazan ha detto: “è stato un esempio per tutti noi. Aveva sempre un sorriso, una parola gentile, non si è mai lamentato pur avendo avuto grandi successi ma anche grandi sofferenze e portando a tutti noi solo gioia e sorrisi”. Il Rav ha ricordato di aver studiato da giovane il Talmud con lui e che nei vari incontri era sempre sorridente e disponibile, anche nei momenti difficili, anche quando “perse un figlio e un genero che era per lui come un figlio” . Egli nel suo discorso ne ha sottolineato le caratteristiche di “perfetto Chassid” e le sue virtù morali e professionali effettuando “più di mille Brit Milà” e poi ha espresso la sua vicinanza alla moglie Rachel e ai figli. A questo proposito ha ricordato “è singolare il fatto che sia mancato proprio a fine Shabbat dopo la lettura della Parasha di Lech Lechà che parla della circoncisione di Abramo”.
Durante le esequie davanti a scuola sono intervenuti anche il copresidente Besso che lo ha definito “una pietra miliare della nostra Comunità” e Rav David Sciunnach che ha tenuto un efficace discorso in sua memoria. “Me lo ricordo quando mi chiamava alle due di notte per controllare la kasherut e nel suo infaticabile impegno per tanti gesti importanti come la Birkat Ha Mazon che tutti i bambini della scuola hanno imparato grazie a lui o la sua decisione di mettere la Chanukkia sul tetto della scuola che prima non c’era”. Passando al lato morale, Rav Sciunnach ha evidenziato che “per lui tutti gli ebrei erano uguali ed era sempre disponibile in ogni momento con un occhio buono che ti guardava e un orecchio sempre pronto a ascoltare”.
Successivamente la seconda parte della cerimonia si è svolta al Noam con due toccanti discorsi di Rav Moshe Lazar e di Rav Nazrollai. Partendo dalla storia di Rabbi Eliezer sul letto di morte e dei suoi alunni che tranne Rabbi Aqivà lo piansero mentre lui sorrideva pensando che fosse meglio “soffrire in questo mondo ma avere un ottimo mondo futuro e per questo sorrido per la simchà che avrà nell’altro mondo” il Rav ha rievocato come “egli soffrì molto senza mai lamentarsi”. E su questo si è soffermato anche Rav Michi Nazrollai. Egli ha messo in evidenza il suo altruismo, la sua gioia, la vicinanza ai ragazzi e agli studenti “appena tornati dalle vacanze ci voleva vedere per lasciarci della cassette e insegnarci la lettura delle Torah in vista delle Feste di Roshashannà e di Kippur”. Successivamente ha messo a confronto la figura di Avraham, protaè tenutogonista delle parashot di questo periodo e il suo carattere. “Come lui emigrò dalla sua terra, l’Afganistan per un Paese sconosciuto come questo, superò varie prove accettando tutto quello che Hashem gli mandava. Non si lamentava mai e anche noi dovremmo imparare da lui perché spesso ci lamentiamo per cose futili dimenticandoci di ringraziare HaShem per tutto quello che abbiamo”. “Impariamo da lui e portiamo dentro il cuore la sua gioia” ha concluso. Successivamente la cerimonia è terminata con l’intonazione di vari Salmi e l’uscita dal Noam di tutti i presenti.
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3 Commenti.
Shalom caro Rav, ho saputo in questo momento la tristissima notizia. Sono anni che parlo di lei a mezzo mondo, di quando a sorpresa durante il Talmud Torah, la domenica mattina, organizzava pullman e ci portava a Gardaland… Saranno passati più di 30 anni, ma il ricordo è ancora vivo. Come le brioshe bollenti che ci portava in classe la domenica mattina.Nessuno potrà mai dimenticarla e sostituirla.
Il nostro pianto è per la sua mancanza, ma lui è ritornato in Dio, così già ha la piu gran felicità, essere un tutto con EGLI, ma senza perdere l’anima sua la propria identità e la sua memoria. Doviamo essere come lui, per ritornare con le nostre anime sviluppate alla luce senza fine, per ritornare a EGLI.
Leggiamo con grande tristezza la notizia della morte di Rav Hizkis.
Lo ricordiamo come un uomo di grande umanita, sorridente e modesto.
Partecipiamo con affetto al lutto della famiglia.
יהי זכרו ברוך
Ruthi Pinto