Nove curiosità su Purim che non ti aspetti

Personaggi e Storie

di Paolo Castellano

Chiacchierare, ridere, scherzare. Purim è una delle feste ebraiche più movimentate. Se conoscete le vicende bibliche e i dettagli di questa festività, non potrete dimenticarvi della bella Ester che manda a monte i piani malvagi di Aman, dei buonissimi biscotti e del vino che riempie i bicchieri. Mettendo da parte gli aspetti stranoti di Purim, My Jewish Learning ha compiuto una breve esplorazione dei fatti meno conosciuti di questo immancabile appuntamento del calendario ebraico.

1. Ester era vegetariana (probabilmente semi-vegetariana)

Secondo il midrash, quando la regina Ester viveva alla corte del re Assuero, seguiva una dieta vegetariana composta in prevalenza da legumi per non infrangere i precetti della kasherut (le leggi sul cibo). Per questo motivo, tradizione vuole che a Purim si mangino fagioli e piselli.

2. A Purim, meglio far consegnare da un fattorino i propri mishloach manot (cesti regalo) che per tradizione ci si scambia tra amici e parenti

Il passaggio del libro di Ester dedicato ai mishloach manot indica che dovremmo inviarci a vicenda dei doni. Di conseguenza, sarebbe meglio che inviassimo i nostri doni per mezzo di un servizio di consegne, piuttosto che distribuirli personalmente. Chiunque può aiutarci, anche quel vicino di casa che ci saluta sempre.

3. Il Libro di Ester è uno dei due testi biblici che non includono il nome di D-o

L’altro testo è il Cantico dei Cantici. Per di più, il Libro di Ester non fa nessun riferimento al Tempio, alla preghiera o alle pratiche ebraiche come la kasherut.

4. I biscotti chiamati “orecchie di Aman” sarebbero nati dall’idea di ricreare il cappello di Aman o un elemento “più femminile” 

Molti sostengono che i tradizionali dolci di Purim rappresentino le orecchie di Aman (effettivamente in ebraico significano questo, oznei Haman) e fanno riferimento alle esecuzioni dei criminali che venivano puniti anche con il taglio delle orecchie. Un’altra teoria afferma che i tre angoli del biscotto rappresentino i tre patriarchi che indebolirono il potere di Aman e diedero a Ester la forza per salvare gli ebrei. Un’altra credenza dice che dal momento che la parola tedesca tasche significhi “borsa” o “tasca”, i biscotti potrebbero ricreare le tasche di Aman e il denaro offerto al re per avere il permesso di uccidere gli ebrei. Infine, alcune correnti femministe hanno suggerito che i dolci potrebbero simboleggiare la fertilità, richiamando le parti riproduttive femminili.

5. Nel 1945, un gruppo di soldati celebrarono Purim all’interno del castello confiscato al capo della propaganda nazista Joseph Goebbels

Come riporta un articolo di JTA dell’epoca, un militare ebreo “sistemò con cura le candele su una libreria marchiata da una svastica che si trovava nella sala da pranzo di Goebbels”. Nel frattempo, i soldati spiegavano ai loro compagni d’armi cristiani presenti i motivi per cui “fosse appropriato celebrare Purim nel castello appartenuto a Goebbels”.

6. Il Libro di Ester potrebbe essere l’adattamento di una storia babilonese

Alcuni esperti sostengono che il Libro di Ester abbia rielaborato le storie dei pagani babilonesi – Marduk che diventa Mordecai e Ishtar trasformato in Ester – per rappresentare la realtà dei suoi stessi autori ebrei in esilio.

7. Il calendario ebraico ha un anno bisestile con due mesi di Adar (ma solo un Purim che cade nel secondo Adar)

Per far sì che le festività cadessero esattamente nelle stagioni obbligatorie, il calendario ebraico è stato ingegnosamente adattato per coprire la differenza degli 11 giorni tra gli anni lunari e quelli solari. Nel IV dell’età volgare, Hillel programmò necessariamente un mese in più alla fine dell’anno biblico. L’anno biblico inizia in primavera con Nissan (Esodo 12:1-2) e termina con Adar. Hillel, in collaborazione con il Sinedrio (la corte suprema ebraica), scelse di ripetere Adar (Adar I e Adar II) ogni 3, 6, 8, 11, 14, 17 e 19 anni per un periodo di 19 anni.

8. Purim viene celebrato “un giorno dopo” da chi vive all’interno delle mura di una città

Nel Libro di Ester è presente la distinzione tra gli ebrei che hanno vissuto e combattuto i loro nemici all’interno della città fortificata, la capitale Susa, e quelli che vivevano nelle città prive di mura, dove era necessario un solo giorno per sottomettere i nemici. Dunque, i rabbini hanno deciso che si sarebbe dovuta fare la stessa distinzione nei festeggiamenti di Purim. Per questo motivo, se un ebreo vive in una città che è stata murata nell’epoca di Giosuè (circa il 1250 prima dell’età volgare), come lo era Susa, Purim deve essere celebrato il quindici del mese di Adar che è denominato il giorno “Sushan Purim”. (Vedi anche l’articolo Un Purim di tre giorni a Yerushalaim’)

9. Poco dopo la Guerra del Golfo del 1991, il costume di Purim più utilizzato in Israele fu quello del portavoce delle Forze di Difesa Israeliane che appariva in tv ogni volta che veniva dato l’allarme antimissile Scud

Secondo un articolo dell’epoca di JTA, i toni rassicuranti del portavoce Nachman Shai gli valsero il soprannome “valium nazionale”, in un periodo in cui lo Stato d’Israele era bersagliato dai missili iracheni. In quell’anno, si rinunciò a produrre costumi di Saddam Hussein ma le panetterie crearono i “Saddamtashen”, che avevano “l’aspetto e il sapore degli Hamantashen”.