Un interessante convegno a Torino interamente ripreso in video
Il negazionismo, cioè la polemica e violenta tendenza a negare la realtà storica della Shoah, sta purtroppo acquisendo forza e diffusione anche in Italia, accompagnato da atti di aperto antisemitismo come quelli recentemente avvenuti a Roma. In tale quadro, ha ripreso vigore l’iniziativa volta a codificare il reato di “negazionismo” all’interno del nostro sistema giuridico, nonché l’acceso dibattito sviluppatosi intorno a un tema così caldo e delicato.
Storici, giuristi, politici, uomini delle istituzioni e comuni cittadini si interrogano sull’opportunità di un simile passo: può costituire uno strumento effettivamente utile a scoraggiare o stroncare sul nascere atteggiamenti che avanzano striscianti sul web e nei social networks per poi esplodere in atti clamorosi e offensivi? Soprattutto, è possibile contribuire concretamente con la forza della legge a bloccare la diffusione di aberrazioni e falsità storiche capaci di distorcere la formazione dei cittadini, particolarmente dei più giovani, e di condurli al pregiudizio o al vero e proprio antisemitismo? Oppure una legge anti-negazionismo rischia di alterare nel fondo quella libertà di opinione e quella circolazione di idee che costituiscono una base insostituibile della nostra democrazia? E se il vietare la diffusione di concezioni e ricostruzioni della realtà indubbiamente aberranti portasse invece involontariamente acqua al mulino dei negazionisti, facendone impropriamente delle vittime in nome della libertà di pensiero, dei martiri di un sempre famigerato “reato d’opinione”? (David Sorani, Presidente di Anavim Vicepresidente della Comunità Ebraica di Torino)
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